Il morbo negato

- Ci conosciamo appena...-
il tuo giudizio abbreviato
mentre staccavi la spina
smettendo di alimentare la mia musa.
Hai solo bisogno di manodopera
per denunciare il tuo logopedista
cercando di farla finire alla tua maniera.
Impigliato su una ruota panoramica
trascrivo i versi che ti avrei inflitto
mi manca ancora il primo contatto,
tutta la parte teorica.

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Rimedio pratico contro l'insonnia

Il tuo primo e ultimo bacio è stato il peggiore,
eppure avevi giurato di seguire le linee guida.
Circolare, non c'è più niente da vedere qui.
Sei stata solo un naufragio,
o qualcosa del genere
(E goditi i tuoi tristi tropici...).
Io, in mancanza di altro,
ti sogno ogni singola notte.
Forse é da allora che hai cominciato
a soffrire di insonnia.

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La tua versione dei fatti

(Par condicio)

Ti ho fatto preoccupare inutilmente,
avresti avuto la tua meritata dose di zuccheri
ma non sopportavo la tua vena autobiografica
avevo addosso un'insufficienza respiratoria
(ma per te contava solo quella toracica)
e non sapevo come ammortizzare le colpe.
-Le corde dovrebbero essere più strette,
l'ultima volta le ho rotte...-
Trovati una funzione d'onda, possibilmente stabile
e non invecchiare, se puoi farne a meno
(anagramma pure manuale).

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Pirocinesi
(Il ritorno della piccola fiammiferaia)

- Davi fuoco ai tuoi pensieri, li bruciavi...-
Ma se mi chiami padre, stai superando la cosa.
Non hai il senso di colpa del sopravvissuto,
tendi a ripetere un fonema a scopo terapeutico
(Chiusura anticipata oggi...).
Ricordi quello che mi hai detto?
E' stata l'ultima volta che hai parlato.
- Le tue parole sembrano pietre...-
- Ti sbagli, sono pietre che sembrano parole...-
Questo verso metterà fine a tutto.

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Filo spinato

Ho fatto resistenza persino all'aerodinamica,
e non è tardata la tua replica,
togliere il mio filo (spinato) di voce
dall'enciclopedia britannica.
Dovrei chiedere un rilascio
o riesumare un punto temporale
dove ti sollevi ancora sui tacchi
per smuovermi la bocca.
Rimani pure in animazione sospesa
e non scomodarti a farmi visita.






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Le intossicazioni

Ciò che per me é vita,
per te é veleno,
mai vista un'ingiustizia simile.
Ad ogni passo in avanti
ne facevi due indietro nel tempo.
E non sai come costruire
un periodo che non sia di prova.
Esci da questa casa
(trilocale di 68 metri quadrati libero da subito).
Esci dalla mia testa
(l'emisfero destro si rifiuta di collaborare).

Esci da questo corpo
(questo te la dovevo proprio scrivere...)

Quando finisci puoi spegnare la luce?

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Un muscolo elastico di valore incerto

L'amore è un sistema di credenze,
vorrei poterti dire,

ma il cuore non è altro
che un muscolo elastico di valore incerto,
quasi nullo sul mercato nero.
Statisticamente l'amore non dura
e io detesto tutto quello che finisce.

Mi dispiace, ma le mie risposte sono limitate.

Ma è stata infranta una legge,
la legge, almeno, te la ricordi?

 

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Postumo

Non avrei dovuto chiamarti,

le interurbane costano troppo

e non riesco ad arrotolare la lingua.

Non mi sforzerò di esistere,

voglio essere incompiuto, postumo

ma senza riesumazione critica.
Finisce sempre con la stessa enfasi,
dentro il mio piccolo labirinto armonico

che tu chiameresti un negozio conveniente.

Appena me lo dirai, smetterò di contare.
Tutto il resto si autodistruggerà.

 

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Nota autobiografica



Ti spaventavi per ogni macchia nera di buio
avevi il terrore del mio accento
perfino del mio ripostiglio
(per zio Freud, castrazione...)
Non sei arrivata oltre la fase sperimentale
e ora non sai nemmeno a quale santo votarti
(gli exit poll mi danno sconfitto al primo turno)
Ma é la fine del mese
é la fine di tutto,
é finita.

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Sotto copertura 

Temevo fosse una rapina,
uno scasso con furto
(ed io, citato per appropriazione indebita?)
E va bene, non parliamone più.
In quei 12 minuti di attività cerebrale,
potrebbe esserci tutta la tua vita.
Probabilmente verrò perdonato
o messo ai lavori forzati sotto copertura.
Cosa hai nelle vene?
Come puoi tornare a bordo,
dopo un attento esame dei miei effetti personali?
Anch'io avrei preferito un lieto fine,
ma non sapevo come scrivertelo.

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Einstein-Rosen

Ho indovinato la tua solitudine
con due centimetri di scarto
ma per compensare il tuo vuoto
ci vuole ben altro.
-Se potessi nascondermi
sotto il ponte di Einstein-Rosen...-
omettendo che ti costa scomparire.
Vorrei usare altri segni convenzionali
per esporre le mie congetture,
ma succederà di nuovo
e non potremmo impedirlo.
Poi durante la colluttazione mi sorprendi
- E tu come stai?-
- Io…-
pausa (da attore consumato dal tempo).
- Io, sto sempre morendo...-

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Uno di questi giorni

- Ci possiamo anche vedere
uno di questi giorni...-
non ti chiesi mai quale.
Avevi la precedenza su tutto
anche su di me,
e nella mia scala dei valori
occupavi tutti i gradini.
Per tornare a casa
dovrò abituarmi
ad usare l'ascensore.

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Tra le righe

Scriverò,
quando avrò smesso di vivermi addosso,
un romanzo d'amore,
i protagonisti saranno
due insetti che non possono pungersi.
So che mi chiederai tra le righe
come andrà a finire.
- Nel solito modo-
e con questo siamo pari.

 
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Alcuni tentativi di ipnosi

 

Alcuni tentativi di ipnosi

Posso sempre ripensarci
ma amo le ripetizioni
e poi voglio deludere le mie aspettative.
Posso ridere guardando
quel video dove
completamente nudo,
tentavo di ipnotizzare un mazzo di rose.
Posso rileggiare i tuoi scongiuri
cercando di individuare
i caratteri cifrati di indifferenza monastica.
Posso vivere almeno un altro decennio
malgrado l'aumento delle polveri sottili
e i risultati deludenti del mio cardiofitness.
E tu?
Puoi?

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